Carmelo Bene (1937- 2002), poeta, attore, regista, drammaturgo, scrittore, critico, ha tradotto in performances il continuo processo di risemantizzazione della lingua e della cultura, il loro essere traversate da citazioni invisibili... Read More
Carmelo Bene (1937- 2002), poeta, attore, regista, drammaturgo, scrittore, critico, ha tradotto in performances il continuo processo di risemantizzazione della lingua e della cultura, il loro essere traversate da citazioni invisibili. Le sue opere sono orizzontalmente tessute da fili e fili che si interconnettono in un gioco intertestuale che mette a nudo quanto ogni testo e personaggio non sia che l'integrale degli equivoci che la loro storia vi ha lasciato persistere [parole di Lacan in riferimento alla langue].
Negando ogni logica genealogica, attraverso una pratica filologica à rebours, ha gettato Pentesilea, Salomè, Don Giovanni, Faust, Sade, Lorenzaccio (sono questi i lavori di Carmelo Bene qui analizzati) in sentieri ramificati dove interferiscono personaggi, autori e critica. Carmelo Bene ha messo sé stesso in gioco. Ultimo dandy, con sprezzatura ha modulato argomenti complessi destituendo qualsiasi legittimità a traversare il patrimonio culturale muniti di grammatiche e logiche blindate.
Introduzione 7
Cap. I. Essere anfibi: Pentesilea e Achille 11
Cap. II. Salomè opera di e da Oscar Wilde 39
Cap. III. Lorenzaccio: No, non nego la storia, ma io non c'ero 91
Cap. IV La superba inettitudine di Don Giovanni 119
CAP. V - Dal Faust di Marlowe al Manfred di Byron 161
Cap.VI - La decadenza di Caino:
Appendice:
Il testo di Sade/S.A.D.E. della ventinovesima giornata nella biblioteca di CB 300
Bibliografia 303
Index 339
Indice 353